Uno dei primi articoli di Programmazione Applicata, quello a cui mi sento più legato, è l'importanza di chiamarsi Ernesto nel mondo del lavoro. Oggi voglio ritornare sull'argomento.
Durante il secondo appuntamento di Q&A non ho potuto rispondere alle vostre domande riguardo il mio lavoro a causa del segreto professionale. Premetto che non è mai stato per me un problema tenere per me i dettagli del mio lavoro, mi sono sempre limitato a dire in quale settore lavoro, al massimo citare il nome della multinazionale di turno. A volte però sono trovato nella situazione di assistere a situazioni da denuncia, industrialmente parlando, e di non poter far nulla a causa di un accordo di segretezza (per fortuna questi eventi sono talmente rari da farmi dormire la notte).
Mi chiedo spesso però fino a che punto un essere umano possa essere disposto a passare sopra certe cose, far finta di non aver visto o di non aver capito o di non conoscere la chimica di base di un impianto. Quando la salute delle persone fuori e dentro lo stabilimento viene messa a repentaglio credo sia indispensabile fare qualcosa, dimostrare di non essere una macchina che pensa ed agisce come una macchina, alla stregua dei sistemi che vengono progettati e programmati dal sottoscritto.
Per fortuna sono sempre riuscito a stare calmo e rifiutarmi di effettuare questa o quella operazione, sono sempre riuscito a dimostrare con i fatti che una richiesta di un cliente non può essere assolutamente implementata senza aumentare un rischio. Quando si lavora in industrie chimiche è quasi impossibile non essere a contatto con impianti a rischio esplosione in cui non è solo indispensabile stare attenti ma conoscere approfonditamente l'argomento. Dico questo perchè dopo aver detto di NO ad un cliente, di essere riuscito a non vendere la mia anima al servizio del mero dio denaro, sono ASSOLUTAMENTE CERTO che il cliente chiamerà un'altra società disposta a chiudere un occhio, far finta di non sapere ed avere la bocca cucita.
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