lunedì 22 settembre 2014

INDIPENDENZA SCOZZESE ED ECONOMIA INDUSTRIALE


Avrei voluto scrivere questo articolo nei giorni precedenti il referendum per l'indipendenza della Scozia dal Regno Unito. Sappiamo tutti che il popolo scozzese ha votato NO ma cosa sarebbe successo se fosse accaduto il contrario?


La mia opinione e le mie riflessioni sono mirate ad una analisi economico-industriale e non politico-sociale.

Numeri

La Scozia, per quanto possa essere bella e magica (non ci sono ancora mai stato, devo rimediare al più presto) non possiede grandi poli industriali, a parte quelli relativi all'estrazione petrolifera e la raffinazione dello stadio grezzo. Non è neppure un centro di ricerca tecnologica all'avanguardia, nonostante siano presenti importanti università di quasi ogni settore. 

Una stima riporta che solo il 3% della popolazione interna lavori in settori informatici contro un 15% di impiegati del settore finanziario.

Rischi

Non giriamoci tanto intorno, le grandi società familiari sono un sogno remoto di stampo quasi tutto europeo, non possiamo più fare affidamento sui grandi investitori e dobbiamo puntare sulle Startup dei giovani imprenditori. Piccole promettenti società che se si ritrovano "allontanate" dai finanziamenti europei e dal mercato non trovano più l'ossigeno per crescere fiorenti.

Non è detto

Non è detto che tutto questo porti per forza un disastro economico; una indipendenza infatti può portare ad un foraggiamento della economia locale puntando ad un accrescimento del prodotto interno lordo nazionale. Tutto sta nel capire quali sono le strategie dei mercati interni e le reazioni di quelli esterni.

In Italia?

Che succederebbe all'economia italiana se si formasse un reale e fattibile moto indipendentista nazionale? Se l'Italia che conosciamo fosse divisa in tre grandi gruppi: nord centro e sud? Fatemi sapere che ne pensate con un commento a questo articolo oppure attraverso la pagina ufficiale facebook.


fonti

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