mercoledì 15 febbraio 2017

12 MESI DI SMARTWATCH


Il prefisso SMART ormai viene assegnato a molti device comunemente utilizzati nella nostra vita: smart-phone, smart-watch, smart-tv, smart-wearable.. Molte volte però queste tecnologie non sono molto "smart" e finiscono per diventare obsolete a pochi mesi dall'uscita sul mercato.


Ho provato sulla mia pelle (o meglio, sul mio polso) uno smartwatch, per un periodo totale di 12 mesi.

Caratteristiche Tecniche

Il modello che viene preso in considerazione è lo smartwatch Motorola 360 (Prima Generaione) [amazon]; Queste sono le caratteristiche:
  • Display 1.56 pollici LCD
  • Bluetooth 4.0 LE
  • Android Wear 6
  • 512MB RAM
  • 4GB ROM
  • Cinturino e case in acciaio inox
  • Certificazione IP67
  • Sensore ottico cardiaco


Estetica

Partendo dall'estetica, ho trovato il modello molto elegante, il cinturino in acciaio si associa benissimo a qualsiasi outfit dal casual all'elegante. Il sensore di luminosità è leggermente fastidioso nei primi minuti di utilizzo ma viene facilmente dimenticato una volta che si prende la mano.

IP67

La certificazione IP67 è un modo gentile dei produttori di device elettronici per dire "puoi bagnarlo, non farci il bagno". In poche parole non è un orologio subacqueo e mi sento di consigliarvi di slacciarlo prima di andare in piscina.

App

Le applicazioni che ho utilizzato con lo smartphone sono di vario tipo:

  • Messaggistica
    • Whatsapp
    • Facebook Messenger
    • WeChat
  • GPS
    • Google Maps
  • Telefono
    • Chiamate
    • SMS
  • Varie
    • Meteo
    • Registratore
    • Fitness



Pro

Il punto di forza fondamentale di uno smartwatch deve essere sempre quello di agevolare l'utilizzo dello smartphone senza dover utilizzare le mani, devo ammettere che in molti casi questo discorso è valido.

Quando si è alla guida è utile visualizzare con un colpo d'occhio un messaggio o una chiamata, tuttavia sarebbe utile che lo smartwatch facesse da microfono per le chiamate (funzione implementata da altri modelli e successivi)

Ho trovato particolarmente utile l'integrazione di Google Maps (preferisco utilizzare Google Maps invece dei navigatori da auto tradizionali) anche se esiste un leggero ritardo fra l'app e lo smartwatch che a volte fa cadere in errore e sbagliare uscita ad una rotonda.

Contro

I contro di questo modello, e dei fratelli minori, resta perennemente la limitata autonomia. Se non utilizzato va ricaricato ogni notte, altrimenti anche due volte al giorno. Non tutte le applicazioni sono compatibili e in ogni caso il grado di integrazione offerto dalle app è limitato dalla limitata superficie del display.

Conclusione

Il futuro degli wearable devices è strettamente legato all'integrazione con le altre tecnologie, soprattutto alle tecnologie nel campo dell'alimentazione elettrica a batteria. Con le attuali tecnologie, l'utilizzo di uno smartwatch è limitato all'utilizzo che se ne vuole fare, in netta contrapposizione con le vere tecnologie di tendenza, che impongono l'utilizzo prepotentemente.

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