Decido di pubblicare questo post il 14 Febbraio non per caso, questo è un mio personale elogio alla figura femminile nell'ambito professionale, specialmente in quello tecnico scientifico dell'automazione industriale.
Statistica rosa
Negli ultimi anni la parità di genere ha fatto passi da gigante vedendo donne che ricoprono ruoli istituzionali e di management in tutto il monto, tuttavia la percentuale femminile nelle aziende è comunque una minoranza specialmente in ambito professionale quando il settore è orientato all'industria.
Secondo uno studio del IET (Institution of Engineering and Technology) [wikipedia] compiuto nel 2005 [link], solo il 9% delle donne fa parte di uno staff in ambito ingegneristico/tecnologico: quasi una donna su dieci.
immagine estratta dallo studio IET [link] |
Le qualità femminili
La mia carriera scolastica ha visto una presenza veramente ridotta di donne, quella lavorativa, per fortuna, superiore alla norma. Ci tengo a precisare che l'unica ragazza che ha frequentato con me l'Istituto Tecnico Industriale è stata successivamente assunta nella mia stessa azienda e tutt'oggi ricopre un ruolo chiave per una importante azienda Chimico-Farmaceutica, una persona con cui ho sempre collaborato con grande efficienza.
Samantha Cristoforetti, prima donna italiana negli equipaggi dell'ESA [wikipedia] |
Fratello minore di due sorelle, entrambe realizzate professionalmente e con un carattere molto forte, posso affermare con certezza che la presenza femminile nelle aziende è fondamentale perché possiedono caratteristiche uniche necessarie per il business. Partiamo però dal lato tecnico: in un mondo industriale orientato alla automazione la figura professionale più richiesta è quella del tecnico-ingegnere le cui capacità sono equivalenti a prescindere dal sesso e anche quando entra in gioco la presenza fisica, come l'utilizzo di strumentazione o macchinari, le donne non sono comunque da meno.
Grace Hopper, è stata lei a coniare il termine "bug" [wikipedia] |
Una delle capacità che ho personalmente ritengo sia superiore nelle donne è l'Empatia [wikipedia], una caratteristica che non trovo nella stessa maniera negli uomini. Specialmente durante la progettazione o la discussione di un progetto, capire le emozioni del cliente/fornitore/collaboratore ti permette di pesare parole per mantenere un rapporto civile o instaurare una collaborazione più efficiente.
Divario salariale
Durante la mia permanenza in Danimarca [link] [link] ho avuto il piacere di collaborare con l'azienda di ingegneria industriale N°1 di quel paese, la presenza femminile nei team di progettazione, sviluppo e ricerca era quasi al 50%, le figure femminili ricoprivano ruoli sia esecutivi che dirigenziali.
Con rammarico, in Italia non posso affermare di vedere la medesima realtà, le donne hanno una presenza limitata nelle aziende del settore industriale e il divario salariale è ancora un problema nel nostro paese, ma non solo nel nostro paese: come dimostra uno studio combinato fra Uber e l'Università di Stanford [link]
Differenza fra guadagni maschili/femminili, studio Uber/Stanford[link] |
Un percorso scolastico
Personalmente, ho sempre dato gran parte della colpa alla educazione scolastica, dove la parola tecnico, ancora oggi, viene associata a figure come il pantalone da lavoro, la scarpa anti infortunistica, le unghie sporche, le mani callose.. Non dico che il nostro lavoro non sia questo, ma il punto è che non è solo questo
Sono finiti i tempi delle donne operaio, forse degli operai in generale? andiamo verso l'automazione industriale |
Porto sempre con me, in macchina, scarpe, un elmetto, qualche attrezzo e un pettorale ad alta visibilità, ma il mio lavoro è fatto principalmente da un laptop, un cavo di rete, una borsa di pelle ed una camicia elegante. Se lo avessi raccontato ai tempi dell'Istituto Tecnico Industriale, quando mi offrivo volontario nei giorni di open-day, non mi avrebbero creduto.
La bassa partecipazione di donne negli istituti tecnici contribuisce ad una bassa partecipazione ai percorsi universitari in ambito ingegneristico, per fortuna le nostre Università sono comunque popolate da ragazze che intraprendono studi tecnico-scientifici anche nell'ambito industriale, ma questo non si sta riflettendo a livello professionale.
Riporto un articolo molto interessante su Formazionedocenti.it [link] che spiega i motivi per cui le ragazze dovrebbero frequentare istituti tecnici visti dal punto di vista di ragazze che li hanno scelti.
Industrie Chimico-Farmaceutiche al femminile
Come una mosca bianca, il settore Chimico-Farmaceutico vede una presenza al femminile più alta rispetto agli altri settori, come segnalato dal Sole24Ore in un approfondimento del 2016 [link], ma sopratutto vede 1 donna su 3 ricoprire un ruolo manageriale, come afferma sempre nel 2016 Massimo Scaccabarozzi, presidente di Farmindustria [link].
Enrica Giorgetti, Direttore Generale Farmindustria dal 2005 |
Il divario fra i sessi è ancora presente ed è radicato nella nostra cultura in quasi tutte le fasi della nostra educazione scolastica, quello che vedo è una apertura, prima negli stati esteri che in Italia, alla parità di genere nell'ambito industriale e ciò rappresenta una sfida per tutti noi. Onestamente supporterei mia figlia a percorrere qualunque percorso di studi desideri, specialmente nell'ambito di automazione industriale.
Nessun commento:
Posta un commento